«Per anni si è parlato dei problemi del Sud. Nell’ultimo periodo la questione è tornata di nuovo d’attualità dopo anni in cui era stata rimossa dall’agenda politica. Eppure, ancora oggi nella pubblica opinione sembra prevalere una linea di pensiero contraddittoria fatta di pregiudizi infondati e di rimpallo di responsabilità. noto da tempo come al Sud manchi una strategia politica di ampio respiro, capace di innovazione e sviluppo, quando Gramsci scriveva di Questione meridionale aveva già ben chiaro che la risoluzione del dramma dei divari nel paese non potesse ridursi a mero affare locale. Appare evidente l’attualità della sua lezione per chiunque affronti i problemi storici del meridionalismo e dell’unità d’Italia…»
Antonio Gramsci Politico, filosofo, giornalista e critico letterario italiano.
Tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia. Mandato al confino e incarcerato dal regime fascista nel 1926, Gramsci passò i suoi ultimi anni di vita in carcere, dove continuò a scrivere. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, gli venne concessa la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove passò gli ultimi due anni di vita. I suoi scritti – analisi puntuali e pregnanti della struttura culturale e politica della società italiana nei primi trent’anni del novecento – sono da considerarsi fra i risultati più alti della tradizione filosofica marxista. Uno dei principali contributi di Gramsci al corpus teorico marxista fu il concetto di egemonia culturale, che teorizza come le classi dominanti impongano i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società.